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  • Gestione del peso negli sport da combattimento

    Si è svolto venerdì 2 giugno il Simposio dal titolo “La gestione del peso negli sport da combattimento” organizzato dal Comitato Regionale Emilia Romagna e dalla Sezione Judo della Polisportiva Comunale Riccione, patrocinato dall’Ordine dei medici di Rimini e dalle sezioni regionali di FMSI e ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica).

    Numerosi i discenti, tra cui medici, tecnici e genitori dei giovani judoka che hanno gareggiato il 3 e il 4 giugno al Play Hall di Riccione in occasione del campionato nazionale cadetti.

    Durante il pomeriggio si sono succeduti i diversi relatori.

    La Dott.ssa Stefania Raimondi, Medico dello Sport AUSL Romagna e Consigliere ADI Emilia-Romagna, ha messo in evidenza come l’attività sportiva, anche agonistica, insieme ad una corretta alimentazione apportino benefici alla salute a lungo termine nei bambini e dei ragazzi in età evolutiva, oltre che permettere un’ottimizzazione della performance sportiva. Durante questa delicata età è molto importante fornire ai ragazzi le basi per una buona cultura alimentare e un sano rapporto con il cibo che passa anche attraverso il riconoscimento e la soddisfazione dei propri segnali di fame e sazietà. Affinché prestazione, ma anche adeguata crescita e sviluppo puberale vengano garantiti vanno apportati la giusta energia e la miscela di nutrienti necessari. Attenzione quindi a mode alimentari e pregiudizi privi di fondamento scientifico o all’utilizzo non razionale di supplementi e integratori sportivi che, oltre ad avere effetti deleteri per la salute, possono veicolare false illusioni di risultati più facilmente raggiungibili.

    Il Dott. Giovanni De Francesco, Nutrizionista Fijlkam ha portato la sua esperienza sul campo e ha ribadito che la scelta della categoria di peso va effettuata seguendo criteri più scientifici, affidandosi ad un team di esperti, basandosi anche sull’analisi della composizione corporea effettuata da esperti, per evitare che i ragazzi e le ragazze si sottopongano a pratiche non adeguate di controllo del peso (disidratazione e restrizione calorica) che possono avere conseguenze negative sulla salute oltre che sulla performance sportiva (maggior rischio di infortuni, colpo di calore, fino a conseguenze più gravi quali ad esempio l’insufficienza renale).

    La Dott.ssa Elena D’Ignazio, Dietista esperta in DCA e Consigliere Regionale ADI Emilia-Romagna, ha sottolineato come, dai dati di letteratura, emerga che i Disturbi del Comportamento Alimentare in ambito sportivo siano piuttosto frequenti, in particolare nell’ambito dei “lean sport” di cui gli sport con categoria di peso fanno parte. In particolare gli allenatori e i tecnici possono fare molto sia per prevenire sia per identificare precocemente comportamenti disfunzionali legati al cibo e al peso. Interessante è notare che alcuni criteri necessari per sospettare un disturbo del comportamento alimentare (come il pesarsi spesso o l’essere preoccupati rispetto al cibo e al peso) siano considerati comuni e “normali” nell’ambiente judoistico. Altrettanto importante l’aspetto legato alla cosiddetta triade dell’atleta, che partendo da un insufficiente apporto calorico (rispetto al dispendio totale) porta ad alterazioni ormonali (amenorrea primaria, secondaria, oligomenorrea e rischio di infertilità futura) e a riduzione della densità minerale dell’osso con maggiore rischio di infortuni e di fratture da stress.

    La Dott.ssa Alessia Bruno, Psicoterapeuta Supervisore Europeo EMDR e Performance Coach ha portato il suo prezioso contributo in termini di tecniche e strategie di preparazione mentale e superamento dei blocchi emotivi al fine di massimizzare la performance dell’atleta, spostando l’ago della bilancia dal peso corporeo al peso mentale. È inoltre emerso che convinzioni errate, eccessiva autocritica e perfezionismo e i traumi vissuti possono influire negativamente sulla performance sportiva. A tal proposito è necessaria la presenza di uno psicoterapeuta esperto anche in performance coaching, in grado di comprendere le caratteristiche dell’atleta, il suo vissuto e l’eventuale presenza di sindromi cliniche, per supportarlo nel migliore modo possibile.

    Ha moderato in maniera eccellente portando il suo contributo scientifico e aprendo il dibattito e la discussione, il Dott. Lorenzo Baldini, Medico dello Sport responsabile della formazione scientifica e vice-presidente della FMSI della sezione Emilia Romagna cui vanno i nostri ringraziamenti.

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